E' difficile separarsi dai ricordi, ma la vita è fatta di istanti irripetibili che passano velocemente per cedere il posto a nuovi piccoli mondi.

Ci si trova prigionieri del passato tra le pareti confortevoli delle cose antiche e amiche.

Lentamente ci costruiamo un'esistenza ideale lontana da ciò che ci incute timore.

Le novità diventano praticamente inesistenti ed i giorni scorrono in una consuetudine capace di divorarci l'anima ed i pensieri.

Rendersi conto che nella nostra vita si sono vissute costrizioni imposte fin dalla più tenera età  è come  piombare sulla scena di un teatro dove siamo interpreti di un copione scritto da altri. Tutto questo diventa risentimento, rimpianto, rabbia.

Perché non ci siamo ribellati? Dovevamo lottare per far emergere quello che veramente contava: noi stessi.

 Il modo ideale è abbandonare nostalgici ricordi e relegarli nel giusto posto: il passato. Per abbandonare questi principi così pesanti si deve diventare un po' egoisti, e mettere in atto una strategia adatta al presente.

Sul presente si fonderanno i giorni futuri e quindi dobbiamo trovare la forza di chiudere in un metaforico cassetto i ricordi, ma senza usare una chiave per chiuderlo per sempre...

I ricordi ogni  tanto si possono anche evocare senza permettergli però di influire sul presente. Riuscire a fare questo vuol dire trovare la serenità e la pace con se stessi, ricreando ritmi non imposti . La parola che prenderà significato per noi si chiamerà libertà.

Durante tutta la nostra esistenza, ognuno di noi a suo modo, dona, perdona, comprende, condivide, aiuta , soffre per il bene altrui , annullandosi a volte completamente. 

Quando poi l'età avanza, inevitabilmente si ha bisogno di aiuto, dello stesso aiuto che abbiamo elargito per anni a piene mani e non di rado a volte la sorpresa è amara perché scopriamo che mancano delle parole nel nostro vissuto, parole che non ci sono mai state dette, come grazie, scusa, ho sbagliato...  in quel preciso momento prendiamo coscienza dell'ingratitudine percependo l'amarezza di una ferita che ci taglia fuori dal mondo.

Lentamente si scivola nel silenzio e nella solitudine perché nulla abbiamo chiesto e nulla abbiamo ottenuto in cambio della nostra dedizione totale, in cambio nel nostro donare.

Questa è la ballata della vita, il ritornello che ci preme nella mente mentre invecchiamo e perdiamo importanza per gli altri che ormai però magari, già si sono dimenticati di noi. Tutto diventa amarezza...

 

 

©Daniela Costantini