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Care figlie...

 

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Care figlie…

è strano scrivere lettere. Si, è diventato strano in questa epoca ormai divorata da internet, dalle videochat, da quei

social dove con poche parole si riassumono pensieri che poi vengono elaborati da chi li legge in modo diverso. Inutili

link, inutili frasi importanti che in un contesto normale assumerebbero tutt’altro significato.

 

E’ da tanto tempo che desideravo scrivervi una vera lettera, usando carta e penna, pensando a quali cose voglio

veramente dirvi. Il tempo non lo troviamo mai, abbiamo un modo di fare che non prevede la semplicità, abbiamo

dimenticato come si può comunicare scrivendo. Il famoso detto “verba volant e scripta manent” non lo ricorda quasi

nessuno ormai, ma io si. Io scrivo, amo farlo, scrivo da oltre quarant’anni, tra alti e bassi, tra momenti di memoria buia

e momenti di euforia creativa.

In quei momenti creativi do il meglio di me e ne sono felice. Strettamente legata alla lettura di libri, sono legata anche in questo caso alle pagine che sfoglio, all’odore che emana la carta stampata, a quella piega che faccio sulla pagina che sto leggendo e che voglio chiudere perché il sonno mi vince e mi convince che le righe stampate ballano davanti ai miei occhi. Quel momento è per me il momento dei pensieri in libertà, dove le idee ballano nella mia testa e le parole volteggiano leggere anche senza significato.

Il momento prima di dormire, prima di cedere al sonno è il momento più vero. Penso alle mie figlie, a mio padre, ai miei nipoti e a coloro che amo, stimo e apprezzo. L’ultimo pensiero è sempre quello per la mia mamma che non è più con me e riesco a formulare sempre la preghiera più bella, quella spontanea.

 

Care figlie penso anche a voi; se siete lontane o vicine poco importa, l’importante per me è percorrere sempre quel ponte di sentimenti che mi lega a voi fin da quando vi portavo in grembo. Quanto tempo è passato… mi fa impressione pensarci. Mi sono abituata a molti cambiamenti, alla mancanza di persone tanto importanti per me. Con ognuna di loro avevo costruito qualcosa e loro andandosene, hanno strappato un lembo della mia vita. Ho dovuto ricominciare tante volte, non immaginate quante. Ho dovuto imparare ad adattarmi, a conoscere nuove persone per poter imbastire altri frammenti di vita per convincermi che la vita va vissuta anche se assume forme diverse. Forse non sono saggia, non lo sono mai stata. Mi sono dovuta adattare. Sempre. Ribellarmi neanche a pensarci perché il rischio di venire inghiottita dalla disapprovazione degli altri non l’ho mai accettato.

 

I figli non pensano mai che i desideri delle mamme sono molto semplici e che non costerebbe nulla esaudirli. Ogni giorno che passa i genitori invecchiano, diventano fragili, specialmente le mamme che per tutta la vita si sono dedicate ai figli senza dimenticare una domanda che si aspetterebbero volentieri; la domanda è… “mamma, era proprio questo che ti aspettavi dalla vita? Sei soddisfatta? Avresti desiderato che le cose andassero diversamente?”

Questa domanda non arriva mai, ma le mamme continuano a sognare quel profumo delizioso che non hanno mai osato chiedere in dono, una cena elegante, una vacanza…

Poi i figli crescono e quelli che erano i sogni cullati da tanto tempo, li proiettano sui figli, sui loro sogni, dimenticando ancora una volta di voler essere interprete di una vita diversa.

 

Storie di madri, storia anche mia… sembra proprio una storia infinita.

 

© Daniela Costantini

Luglio 2019

 

 

 


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