A MIO FIGLIO
Ti ho generato col
solo pensiero figlio
e non sei mai sceso
nel mio corpo come una buona rugiada.
Però sei diventato
un'ape laboriosa, hai fecondato tutto il mio corpo
e a mia volta son
diventata figlio, figlio del tuo pensiero.
Forse, quando morirò,
partorirò tutta la dolcezza che mi hai messo nel primo sguardo
perché figlio, ti ho
guardato a lungo, ma non ti ho mai conosciuto.
Figlio figlio mio
sognato, figlio ti ho solo pensato
non sei mai sceso nel
mio corpo come una buona rugiada
ti ho guardato a
lungo, ma non ti ho conosciuto mai.
LETTERA AI FIGLI
Se vi penso mi giunge immediato al cuore
un sonno ristoratore,
un sonno quasi di morte.
Ogni volta che vi partorivo,
dopo mi addormentavo in pace, sicura
di aver compiuto il mio destino.
E quando cominciavo a sentire il primo
latte salire al seno, cominciava il grande
miracolo della natura e il primo urlo
della felicità e dell'amore.
Se vi ho amato?
non saprete mai quanto.
E non ho mai invocato Dio così come ho
invocato voi e i vostri occhi bambini.
Ogni volta che vi ho sentito piangere
per delusione, fame, amarezza,
anche io ho mancato al mio dovere di vita.
Ogni volta che vi ho lasciato e che voi
mi avete lasciato non mi sono mai chiesta
il perché, ma silenziosamente ho pianto.
Sono la macchia del vostro stesso pudore,
e quando ve ne siete andati
sono diventata preda di voglie abominevoli,
perché voi soli eravate
la mia censura. La vostra foglia delicata,
il bene dell'eden che voi rappresentavate
ormai è caduta.
Molti uomini addomesticati dal sesso
hanno guardato vostra madre
con amaro delirio, e io ho cessato
di esistere come donna e come
poetessa.
Me ne sono andata da quella casa
il giorno di Natale perché quella casa
che ancora odorava del sangue
dei miei parti era stata vista e visitata
da pensieri abominevoli.
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