Nella notte
odo l’eco
lontano dello
stridulo canto
di un cigno.
Scivola piano,
accarezzando le
acque dello
stagno argentato
di luna
e non riposa
perché sente un
tormento nel
cuore.
Nuota tra le
sponde…
parentesi amiche
del suo piccolo
mondo.
E’ il suo primo
e ultimo canto
perché il cigno
canta una volta
sola
ed io mi
avvicino,
silenziosa.
Mi sento simile
a lui
perché anch’io
conosco soltanto
il mio mondo
fatto di piccole
cose.
Un fiore
trasportato dal
vento lieve si
posa
sull’acqua
d’argento
ed io non posso
che unirmi a
quell’ultimo
stridulo canto
poiché anch’io
conobbi l’amore
vivendo ora nel
suo rimpianto.
Il fiore scivola
via,
si inabissa per
poi riapparire,
come fa la
speranza che
nasce e poi
muore.
Ascolto il
sussurro del
vento
e affido alla
notte amica
la favola triste
della mia vita.
©Daniela
Costantini
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