perché tu continui ad essere per me
un’opera incompiuta,
una poesia scritta a metà,
un quadro dipinto senza colori,
uno spartito che non ha note.
Perché mi odi così tanto?
Io nacqui in un tuo caldo giorno
ed è stato tuo il mio primo vagito.
Perché mai
col trascorrere degli anni
hai tracciato senza pietà
una linea netta
per tagliarmi fuori
dal tuo gaio fermento
per gettarmi senza pietà
in un abisso profondo?
Quanti giorni ho passato
a chiedermi perché a me nulla doni…
se non un’amara solitudine.
Sentirsi soli è percepire il nulla,
svegliarsi,
sapendo che non ci sarà nessuno
neanche quel giorno,
che ti abbraccerà per farti sentire
che fai parte del mondo
e che conti qualcosa anche tu…
Ecco perché sulle mie labbra
non aleggia il sorriso
nel mio cuore c'è solo tristezza
e nei miei occhi si intravede paura…
Così si trascina la vita
e s’accresce la paura di te,
estate beffarda
amata da tanti cuori.
Vederti tornare
apre un abisso profondo
dove precipito
priva delle gioie del mondo
mentre mi domando ancora perché...
non sorridi e non ami anche me…