Ricordi papà il nostro modo

di andare incontro al Natale?

Mi preparavi il Presepe

e instillavi nella mia mente

il culto della sua preparazione,

la ricerca del particolare,

la creazione di una scintillante

e domestica magia.

Dopo tanti e tanti anni

hai preparato il Presepe di nuovo…

a casa tua …

nella mia, di casa,  non ci sono più bambini

in cerca di magia e di poesia.

Da quanti anni aspettavo questo momento!

Quando mi sono chinata davanti al tuo Presepe

per osservarlo meglio,

l’odore del muschio secco e dei sassolini polverosi

ha inondato le mie narici.

Lo stesso profumo che tante e tante volte

ho sentito da bambina.

Lo stesso di allora.

Ho detto ad alta voce

che sentivo un “profumo di bambina”,

quel profumo antico e prezioso

che sa di nostalgia.

La nostalgia della nostra vita passata,

della nostra famiglia unita e perfetta.

Ne abbiamo viste tante, caro Papà Presepe,

abbiamo condiviso sconfitte,

prove dolorose e vittorie strepitose,

abbiamo sofferto e riso a crepapelle,

abbiamo pianto e ci siamo consolati.

La nostra perfetta sincronia d’amore

ci ha fatto sempre reinventare

il nostro domani.

Come per il nostro Presepe …

abbiamo sempre ricominciato a pensare

a come avremmo fatto

quello dell’anno venturo.

Questo è il Presepe più bello per noi …

la nostra vita.

Noi siamo i personaggi,

le statuine, quelle di cartapesta,

che con il passare degli anni invecchiano,

hanno qualche scalfittura,

sono un pò  sverniciati!

Caro Papà,

anche a noi la vita ci ha un pò invecchiati,

scalfiti e sverniciati.

Abbiamo i capelli bianchi

e qualche pensiero in più,

ma questa sera,

quando ti ho visto chino accanto a me

accanto al Presepe,

ho rivisto la bambina spensierata

e il giovane papà di ieri.

Forse … dell’altro ieri.

 

©Daniela Costantini

 

 

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