Una muta domanda

 

 


 

 

Camminavo a testa china

in quella stradina del centro,

un vecchio lastricato di un’antica strada.

Il sole rifletteva la sua luce

e chiudevo gli occhi a quel bagliore.

Mi rivolgevo una muta domanda

su come era possibile

che il sole non si accorgesse

che non riusciva a scaldare il mio cuore

avvolto nel gelo di  un inverno senza fine.

Il mio lamento silenzioso

impercettibile ai passanti,

invisibili le mie lacrime

dietro gli occhi pieni della luce

di quel sole non mio.

Un grido silenzioso dal profondo dell’anima,

un urlo straziante verso il cielo, ed ecco…

ti chiamo…

ti prego sussurro d’Angelo, fatti ascoltare,

io voglio percepire il fruscio delle tue ali;

perché sanno donarmi

quella sensazione di pace e di impalpabile serenità

che solo la gioia di saperti accanto a me, mi da’.

 

 

 

 

 

©Daniela Costantini

 

 

 


 

 

 

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